Ci sono queste persone anziane che si alzano alle quattro del mattino. Aprono finestre a sperimentare qualche istante il freddo della notte. Fa ancora buio e quindi è inutile tenere accesa la luce a consumare corrente. Tornano a letto. Verso le dieci del mattino qualche figlio passa a dar loro una voce. La porta sulla strada è aperta. Lo sguardo scruta nell’oscurità del sottano, la bocca pronuncia il nome del genitore. Nessuna risposta. I figli si affacciano alla stanza delle persone anziane. Stanno scardinate su un letto, lavate e vestite. Pulite e candeggiate e sterilizzata tutta la casa. Pulizia. Miseria senza degrado. Sono vecchi, vivi e depressi. La carta acquisti che attende di essere sputtanata. Sono depressi perché? Si domandano i figli. Oggi perché nevica. Avviliti dai fiocchi mulinati in tutte le direzioni dai soffi di tramontana, pregano solo che non si posino. Che non cominci a imbiancarsi il paese. Che la neve non si stratifichi, come qualche volta è avvenuto.

Nevica forte ma le strade rimangono solo bagnate. Smette di nevicare. Niente di che.  Per oggi è andata bene. Le persone anziane riprendono colore, riacquistano le forze. Il ghiaccio non ha imprigionato la loro povertà. Possono andare ora. A strisciare la loro social card.

Tuttavia il freddo artico sulle regioni meridionali durerà fino a giovedì, venerdì.

foto di Fabio Ciampi