altri spot, diario di un giullare timido
L’altra faccia dei miei sodali
Nel 2007 ho frequentato una scuola di sceneggiatura a Napoli, in piazza del Gesù. Organizzata bene, tra i docenti c’erano registi e sceneggiatori come Paolo Sorrentino, Antonio Capuano, Heidrun Schleef, Stefano Incerti, Giorgio Arlorio; produttori come Nicola Giuliano e Angelo Curti.
Tra i corsisti si formarono spontaneamente delle coppie di scrittori che avrebbero dovuto dare un saggio di sceneggiatura alla fine del percorso formativo. Io non ero in una coppia bensì in un trio, con tali Luca Liguori e Maurizio Palmieri. Inutile precisare che avevamo ben più alte ambizioni che mettere insieme un semplice saggio di fine corso. Tirammo fuori due soggetti, entrambi a uno stadio avanzato di sceneggiatura. Per farlo ci procurammo una sorta di buen retiro sino a Procida, una casetta con veranda dove sfornare le nostre idee in tutta tranquillità e senza distrazioni di sorta. Il febbraio 2007, per chi se lo ricorda, era caldissimo. Scrivevamo in veranda, cucinavamo pesce fresco di paranza andando a procacciarcelo direttamente dai barcaioli che rientravano nel porticciolo. Maurizio era dotato di un’ispirazione straripante e io e Luca dovevamo spesso limitarci a disciplinare o organizzare le sue idee a getto continuo.
Tra fortune alterne nel giudizio dei nostri insegnanti la scuola finì a maggio. Dopo il diploma ci diedero appuntamento al secondo livello, master che si teneva a Roma e al quale, per motivi di ordine economico e lavorativo, non potetti prender parte. Maurizio e Luca hanno proseguito e i nostri contatti si sono inevitabilmente rarefatti.
Maurizio Palmieri (come sceneggiatore) e Luca Liguori (come regista) sono, oggi, arrivati a Hollywood. Decretato vincitore il loro cortometraggio in un concorso a Capri, dopo aver ricevuto il primo premio dalle mani di Michael Redford e Mike Figgis, sono stati spediti ad Hollywood per la proiezione della loro La raccolta differenziata nella rassegna W Napoli, l’altra faccia di Gomorra.
Per me questa è stata una notizia pazzesca. Pazzesco è apprendere oggi che a un certo punto della mia vita ero lì, magari a quei livelli lì, senza saperlo. Pazzescamente sottile è la linea che divide la tua vita normale, fatta della consapevolezza di dover lavorare sodo, da … Hollywood. E comunque pazzesco è il fatto che oggi due miei amici siano arrivati fino a lì. Con tutto quello che comporta. Credo non poco. E tutto questo è, per diverse vie, una grande fonte di felicità per me.
Stiamo parlando non solo dell’altra faccia di Gomorra ma direi anche dell’altra faccia della raccolta differenziata. Laddove non arriva l’educazione civica ci arriva una maschera della commedia dell’arte (di arrangiarsi). Non le sirene ecologiste, non i tromboni delle tematiche ambientali, riusciranno mai a ficcare nelle teste di certe famiglie (molte) la necessità della r.d. bensì l’espediente, il raggiro, il paraculo. Ma l’altra faccia del raggiro a Napoli è la creatività, anche una certa perizia artistica, l’originalità, la recita, il teatrino, la tarantella: tutti fattori indispensabili affinché l’inganno riesca. Al finale, di una innocua presa per il culo resteranno i sacchetti della differenziata. Converrà usarli.
02 Mar 2009 Nicola
No, Nico, tu SEI a “quel livello lì” (cioè il tuo, no Palmieri at all, fatto il dovuto omaggio). Solo che, come direbbe lo scrittore Mourinho (mi raccomando, pronunciare il dittongo apparente come una “o” chiusa), sei un po’ pirla. Hai un dono pazzesco, che è pura luce lunare, e che è l’unica via di scampo dalla PESANTEZZA della vita, e te nella pesantezza ti ci ri-sprofondi da solo, mortificando il dono di luce lunare sotto i cingoli dello stiacciasassi. Mah. Mourinho direbbe “ci vuole umildade e ficare compacto” o qc. del genere. Poi insulterebbe Ancelotti, la Giuve e la prostituzione. Conservando però, lui, a suo modo, una specie di levità.
q.
è vero che sono un pirla giacché son romanista e più spallettiano (veramente zemaniano, di tal che potrei cambiare squadra ogni volta che ne cambiasse una Zeman) che filo-Mourinho. E pirla anche perché non ho l’arbitro che mi aiuta, è questo che vuoi dire, che c’è chi scrive peggio ma vince la partita e il campionato? Ma si scadrebbe in un ovvio vittmismo. E allora… ?
No. “Pirla” perché non (sembri avere)/(hai) lo stomaco per sottostare a quei minimi “doveri” che il giocare bene comporta.
Se pubblichi il primo libro con [vc3iv], il secondo con una casa editrice neonata e sconosciuta, non hai contatti nel Palazzo e non li cerchi, e poi ti meravigli che. Be’. Per dire, l’arbitro manco te vede (e non perché c’ha la vi[s]ta bassa).
q.
… sì, veramente molto spallettiano. gioco divino ma titoli zero…