Qualche volta si possono perdere le tracce di Berlusconi. Le perdono i giornalisti e forse anche il Viminale. Le si perdono per colpa di quel suo mal di schiena, costretto in qualche centro benessere rigorosamente segreto. Eppure qualcuna lo ha visto, in elicottero, atterrare in un campo tra i mandorli. Diretto in una masseria-trullo della Valle d’Itria. Le stesse depositarie della visione, inventerebbero e, quel che pare più incredibile, ostenterebbero, visitate da non si sa quale demone della vanità, trascorsi di convegni carnali col nume. Visitate dal demone e dall’unto. Donne sposate e dabbene che non temono disistima né del marito, né dei figli, né della abituale cerchia di amici e conoscenti, perché anzi prescelte, elette. Questo segno d’elezione che contraddistingue l’intrattenimento sessuale col nostro capo del governo da una qualunque porca scopata col manzo che viene a rifarti il lastrico solare è il vero incantamento italiano che mette al riparo certe signore dall’ignominia della prostituzione più bassa. Un incantamento che trasforma una spregevole bagascia in escort, con un ribaltamento semantico che ha dell’incredibile e che nessuno osa far notare. Sarà il cattolicismo angustiante, ma se sei raffinata, con gusto, modi, stile, classe, canto e artista della manucaptazione, puoi farlo per soldi o per un gettone di presenza: ti chiameranno escort, e il passo futuro ti vede dipingere tazzine e paraventi. Se semplicemente ti prude la fregna, sei una squallida puttana. E mi sembra un segno questo che accomuna più di ogni altro l’evo berlusconiano al ventennio fascista. Il famigerato momento in cui dittatura mussoliniana e berlusconismo si toccano e risultano quanto mai vicini è l’accoppiamento del capo. Il decisivo momento in cui i due cavalieri s’ingroppano.