diario di un giullare timido, minimi sistemi
Le sentite feste della caldaia
“Mi scusi, vuole accettare questo biglietto da visita?”
Me lo porge con delle dita lunghissime. Mi ricordano la mano dell’uomo più alto del mondo.
Leggo: Guidalberto Maria Lassandro; e subito sotto: Protempore Azzecacarbugli. Proprio così.
Gli chiedo se è uno scherzo.
No, no. Lui risolve problemi, dice. “Sono un esperto di ex legis, inps, ius primae noctis.”
“Urka!”
“Davvero, se ha bisogno di qualcosa venga a trovarmi. Sono qui vicino.”
“Ma io problemi non ne ho.”
“Ho anche delle referenze a Roma” fa quello.
Ecco una buona ragione per andarlo a trovare, quindi. Le referenze a Roma. Ma i miei problemi quali sono?
A casa mi rigiro il cartoncino tra le dita e penso ai miei problemi: l’ipertrofia dell’io (il mio però, non quello di Berlusconi); una preoccupante tendenza alla licantropia; un raccordo narrativo che non mi esce bene; se mi daranno la Bacchelli; luci natalizie: meglio quelle tradizionali intermittenti o quelle a fibra ottica?; la caldaia quando è accesa produce scoppi ogni cinque minuti come un tappo di spumante che salta (sarà Natale anche per lei), ma qui basterebbe chiamare il tecnico della Beretta; Lotta Comunista e la presunta scientificità del marxismo: quale scienza? Quella teoretica nomotetica e deduttiva o quella storico-induttiva? Blindare il marxismo-leninismo nel carapace scientifico significa affermarne l’infallibilità? Ma i risultati non sono sempre provvisori? E il frutto dell’irriverenza verso le verità precostituite chi se l’è mangiato? La foglia: non ne mangiano mai abbastanza: spiegarne i motivi. Ma il problema forse più impellente riguarda la minestra. Sto studiando la bellezza della parola ‘minestra’. Davvero mi può aiutare, signor Lassandro?
23 Dic 2009 Nicola