la pappetta è raccolta nell’antico celenteron e il cane mangia con gusto lappando nel magno sintagma umanide dove la testa è ano scolatoio. sul mobile basso un libro di céline. è il sacrosanto ambaradan della storia, della fine di una storia, della fine della storia, della violenza della fine della storia. adesso si decide chi dovrà provvedere alla manutenzione del candido pelo in insufflato manto, Chi sventerà le sue leishmaniosi. il sacrosanto ambaradan è solo una sofisticata crasi del più che banale caricaturale sangue e merda, più che perfetta categoria dell’iperbole umana. e prima che la coppia scoppi arrivando a disputarsi quarti di cane, eglicane prova a suggerir loro codici civili indirizzandosi verso la ciotola della più pura acqua. la lingua sbatte nell’acqua senza una vera sete da soddisfare. poi eglicane smette e drizza le orecchie agli insulti dei padroni, alle minacce, al calor bianco, agli assalti di varia natura, alle promesse di devastazione.

celenteron si calcificò allo scroto di céline. e al mondo la sacca dello scrittor. come fesso carapace.