diario di un giullare timido, letteraria
VALE TUDO!
Da ‘mo vale:
Una sensazione di annegamento e di intrappolamento che ti blocca con sapiente presa articolare, a queste latitudini meridionali, magari proprio su queste strade, asfaltate solo in teoria ma sterrate dalla nostra corrosiva lordaggine. Le strade del mio quartiere con i palazzotti affetti da pustola maligna. Ma da chi ce lo facciamo rifilare il materiale edilizio noi? Questi edifici che scolorano, che di notte sbiadiscono il doppio, nella calda sera (anche novembrina), nei quali allignano e proliferano e prosperano e induriscono acaroni ormai antropomorfi che contendono lo spazio agli uomini, ci bevono financo l’amaro insieme la sera tardi, anche se l’uomo non vuole, però ci è costretto ingorgato com’è in questo eterno giro di giostra tra portabiancheria da svuotare e cuscinazzi impataccati di sugna fin dentro all’anima (de li cuscinazzi, s’intende) e ancora: graveolenze inossidabili, gravidanze nevrotiche, capillari schiattatissimi, birrozze stappate in ogni angolo della casa, frigni insopportabili, sorcioni morbidosi e discreti (a proposito, sareste in grado di ragguagliarmi sulle ultime dimensioni raggiunte dalla specie fognaria?), medicine affastellate sui comò di qulacuno che è stato maledetto e che i soldi a cui non ha saputo rinunciare adesso, appunto, giustamente, tutti in medicine se li deve cacare, pruriti tenaci, crocifissi sorveglianti e sorveglianti crocifissi da mogli, ieri lapidate, oggi vezzeggiate, domani riverite; puzze del gatto, ma ora basta! domani mattina lo porti a castrare - ma tanto di pisciare deve pisciare lo stesso - vabbè ma intanto glielo metti fuori combattimento, poi si vede… (che poi nel frattempo domani ti sparo due corna col ragazzo del piano di sotto che neanche te l’immagini come si vedrà bene domani il digitale terrestre, ché non sei stato neanche in grado di sceglierlo ché non prende un cazzo e finisci ogni volta per fare queste spese di cazzo ché se quei soldi li daresti a me vedi quante mila cose utili ti vado a comprare) e via discorrendo di questi scazzi che riempiono ’ste case affollate di vera tristezza, vera violenza, vero terrore, che ti viene voglia davvero di invocare un flagello biblico a ripulire tutto per rifare tutto da capo, ché non si vive così, non si fa così, non si parla così…
ma che, me la sto a prendere così?! ma se non si può avere un’apocalisse à la carte, almeno uno switch off…
12 Giu 2008 Nicola
Sono il Capitano Roberto,
giovane non le permetterò certo di dire in pubblico che le mie credenziali “fanno leva al cazzo”. Smetta di scrivere castronerie, semplifichi la sintassi, sia meno greve. e soprattutto si schiarisca le idee che non se ne può più di questo flusso di coscienza che pretende di dire tutto e il contrario di tutto.
Chiuda anzitempo questo blog e si cerchi un modo migliore per ammazzare il tempo.
senza alcuna stima
C.R.
Sacco è come le Superga in una pubblicità di tanti anni fa, o si odia o si ama, come ci insegna Capitano Roberto. Come va il prossimo lavoro Nicò? Appalesati. Sempre devota.
Cara Bizia, più palese, manifesto ed evidente di così?
Due cose:
1) il capitano Roberto non merita patenti di insegnamento;
2) il revival di quanto contenevano gli anni passati mi stimola. potrei aprire una categoria apposita e, se ti va, lascerei a te il compito di riempirla di contenuti. in ogni caso, se hai voglia di srivere articoli (e a me piacerebbe collaborare con te su questo sito), potrei lasciarti carta bianca. fammi sapere.
Un saluto dalla terra del santo più bello, bravo e pulito anche da morto.
Caro Nicola, che dire?
Da parte mia un grande benvenuto nel mondo della blogosfera, e, contrariamente a quel che pensa o dice il Capitano Roberto, ti saluto con molta
stima ed affetto
N.M.
ciao Nicola,
divertente capitano roberto …
ho sorriso di prima mattina .
con affetto patri
te tu sei un genio, mica colpa tua. (glisso sul riferimento al demente burbarelli, l’unica cosa bbrutta der ciclismo)
zio rana, se sei quello che credo ti esprimo subito la mia gratitudine per aver lasciato il tuo segno. Sappiamo bene quanto penosa possa diventare la vita di chi viene invitato a comunicare e communicarsi nella improduttiva e sciocca interazione informatica. Io, su questo spazio, posso solo impegnarmi a non risparmiarmi e a non tradirmi.
zio rana, se poi non ho capito chi sei e tu magari, invece di quel che penso, fai l’imprenditore cerasicolo e hai la mente prensile solo per il calibro delle ciliegie o per l’ora da sottopagare ai tuoi cristiani “fuori”, cioè gli operai in campagna, chiedo scusa. ma zio rana può ingenerare spiacevoli malintesi in questa città (?). Il caso vuole che il sindaco di Modugno chiamasi Rana e io non sono suo nipote né nipotino. Abbiamo qui un’amministrazione, o meglio un ‘esperienza di governo istituzionale (la giunta sarebbe nominalmente di centrosinistra ma nei fatti sostenuta pure da pdl e destracce varie ed anche alla luce del giorno). Ma pensa! A Modugno! Un governo di salute pubblica! Non è possibile e per questo che a breve nascerà su questo blog una categoria vocata alla politica locale. Ne ho in mente il nome: MINIMI SISTEMI.