delirio ferragostano: un’idea per la Giustizia
Fondarla sul comportarsi con gli altri allo stesso modo in cui vorresti gli altri si comportassero con te? O non piuttosto farla risiedere nella possibilità che altri siano finalmente raggiunti dallo stesso trattamento riservato a te per così tanto tempo, magari adottando all’uopo un progetto politico basato su una pianificazione asettica, spersonalizzata e quindi emendata da sentimenti di rivalsa o rabbia? Vi sembra una barbarie? No. A me no. Anzi la via empirica del far provare ad altri ciò che si è dovuto subire per colpa di altri, che non giunga certo alla giustificazione della pena di morte (perché questo è il rischio), e dunque con raffinatissimo metodo politico, mi sembra alla fine della fiera l’unico modo di schiaffare ‘n capa al mondo l’idea di Giustizia.
E con questa considerazione ho zittito in un colpo solo la parte evangelica in me e un’annosa mia inquietudine per il nobel a Sen.
Andate in ferie. Prosit.
10 Ago 2010 Nicola