“I posti sono terminati” diceva tra sé Corrado, ma poi lo riferiva anche al suo amico più anziano nonché mentore.

“Sono terminati.” Come se un posto al cimitero fosse da tenersi alla stregua della Scottonelle sui banchi di un supermercato.

Lo aveva pure letto sul giornale di paese che ogni tanto gli entrava in casa:

“Bisogna pazientare, per ora i defunti devono capire. E più che a quelli, uno sforzo di comprensione spetta ai loro congiunti. Si muore troppo e il commissariamento del comune è un fatto che non agevola l’adozione di quei provvedimenti e la formazione di quegli atti che consentirebbero ciò di cui ci sarebbe davvero bisogno: l’ampliamento del cimitero comunale e quindi, tanto per cominciare, la sua cantierizzazione”.

Solo che il cimitero aveva provveduto a cantierizzarsi da sé e, attraverso l’abbattimento di un pezzo del muro di cinta, era passato ad annettersi parte del fondo di Peppe Lobascio, metalmezzadro una volta serafico, oggi imbestiato. A furia di prendersela con i morti, buttandoli tutti all’aria, convocandoli con comandi brutali e liquidandoli con violenti congedi, Peppe Lobascio aveva finito per diventare un bestemmiatore di prima grandezza.

da una storia modugnese e non più modugnese

http://www.newnotizie.it/2010/08/08/nel-bresciano-divieto-di-morte-per-il-prossimo-periodo/

Che sia uno scioglimento per mafia con conseguente commissariamento del comune, perciò costretto all’ordinaria amministrazione (emiparesi amministrativa), oppure un patto di stabilità interno che finisce per vincolare solo alla micragna, ben poco importa. Importa molto invece che si seguiti in questa gigantesca rimozione senza precedenti: un paese ostinato che di fronte alle oracolari pagine dell’anaconda si volta dall’altra parte.
Essì che gli scenari già li tracciai …