le torsioni dell'anaconda, minimi sistemi
e poi uno dice che non c’è più senso di vergogna
Nel paese dei ’senza vergogna’, della apparente scomparsa del concetto di vergogna - appunto -, su cui sono stati versati fiumi di inchiostro sui giornali e in saggi anche molto apprezzati, io vi invito a sfruconare senza risparmio, e d’altro canto mai come in questi giorni le televisioni ve ne danno una ghiotta opportunità; vi invito cioè a scoprire come quella vergogna sulla cui scomparsa tanto si almanacca per fustigare gli italici costumi, in realtà non è scappata affatto e anzi, infesta ’ste plaghe, resiste tenacemente in quadri d’ambiente impagabili, e come un canchero distorce, guasta, corrompe e divora, violenta e annienta vite. ché a buttarciselo dove la va vacca pare ‘na cosa diffusa un pò ovunque, ma ad architettare piani diabolici solo per preservare intatti “il buon nome”, “l’onore”, la reputazione, il rango e il prestigio della Famiglia, ovvero per sfuggire alla vergogna, all’onta, al disdoro, ci si mette di buzzo buono solo da queste parti. e su questo tipo di nevrosi io ci ho fatto perdere l’udito a una Gerardina e, niente niente, l’amore materno e il ben dell’intelletto a un’Innocenza.
Almeno non andrò soggetto alla critica di inverosimiglianza.
17 Ott 2010 Nicola