le torsioni dell'anaconda, letteraria
Minchia!
Scrive Beatrice Blasonai su Nuovi Tegumenti: “Gli scritti del Sacco sono invisi alla sinistra perché le sue escursioni nel mondo dei reietti e delle bassezze umane non indicano riscatti, nemmeno sotto forma di lapsus; nondimeno l’autore può piacere alla destra data la sua ostinazione ad imbastire le trame del Male senza ricorrere ad alcuna maschera. L’Anaconda non può che essere abominata anche in epoca postideologica, come quella che si prepara: troppo radicale la funzione espressiva adoperata dal Nostro!”.
17 Nov 2010 Nicola
Credo tu non potessi trovare migliore critica per recensirti!
Ed è l’unica recensione che potrebbe mai lusingarti!
Viva Nuovi Tegumenti!
Stai forse insinuando che me la sono scritta io?
No! Davvero???
Ti giuro, ieri ho provato a cercare Beatrice Blasonai e Nuovi Tegumenti con google e non mi è comparso assolutamente nulla! Eppure avevo cercato per bene! Allora ho immaginato che fosse un tuo gioco letterario: “Blasonai” mi sembrava ironico verso una certa classe sociale e intellettuale, mentre “tegumenti” mi sembrava un riferimento ai cambi di pelle dell’”Anaconda”. Mi sembrava proprio un “gioco” letterario nel tuo stile. Se mi sono sbagliata, e pare proprio di si, sono costernata, mi scuso davvero infinitamente! Non intendevo in alcun modo offenderti! Davvero… Non ho parole per scusarmi.
No, Rita, ma che ti costerni?! Se non esiste non esiste, la Blasonai e pure Nuovi Tegumenti. Lo ammetto. Il mio commento era, o voleva essere, autoironico. Hai colto tutto molto puntualmente, invece.
!!!
Nicola, anche se apparentemente potrebbe non sembrare, io ho “una certa età”, sono in piena senilità, e questi colpi potrebbero essermi fatali! Stavo già pensando al numero di genuflessioni adatto per espiare la mia colpa e a quanto mi sarebbe costato farle col bastone, l’osteoporosi e la dentiera che si abbandona volentieri alla gravità
Peccato, perchè a me sarebbe piaciuto molto che in una rivista locale (non importa il nome) fosse apparsa una recensione che inizia con la locuzione “Gli scritti del Sacco”: che interessante spaccato antropologico!