Ha o no, una sua funzione la letteratura? E se sì, quale funzione?

Parla o no, di verità, la letteratura? Ed eventualmente, di quale o quali verità?

Un libro deve rappresentare lo spirito del tempo o deve, al limite, riecheggiarlo?

Dove sta la qualità di un’opera letteraria: nel potere specchiante o nel mondo specchiato?

Si deve tendere all’identificazione tra l’opera scritta e la biografia dell’autore oppure sono due mondi completamente scissi? O ancora, esiste una terza via, un’altra possibile declinazione del rapporto tra libro e vita dello scrittore?

La scrittura che vita è? E la vita che scrittura è? “Mondo dei libri o libro del mondo”?

La sostanza è il plot o è lo svolgimento dei problemi dell’esistenza?

La forma si sceglie o si impone?