loro credono sia questa una recensione autobiografica?
Qualcuno, un Azazel, mi porti all’inferno e colà si porti pure il tormento e la bellezza del mio romanzo. Sì sì, anch’io scrivo solo per Jeshua, Woland e Margherita. Che per questo si additi al mondo la stolida irresponsabilità della camarilla degli “intriganti, conformisti e leccapiedi”, “fratelli in letteratura”, uomini di vaste letture e smagliante cultura, “gioiosamente dediti al loro vuoto” mentre nei vieti cerimoniali si incensano tra tartine e pizzette, per tacere di un “pesce persico au naturel“, delle “uova-in-cocotte con una purée di funghi in tazza”, e il sentimento gli si eleva ad altezze celestiali al cospetto rarefatto dei “filettini di tordo” e delle “quaglie alla genovese”. Io ci ho il mio fornetto dove appronto l’eterna zuppa “ignivomo lago”, sarei disposto a dividerla con la bestia Behemoth e il diavolo mi porti perché nel teatro della vita, e non nell’antivitale teatro del palcoscenico, ho imbrattato le anime belle. Pur non trascurando, prego notarlo, di insozzare la mia, vedomi oppugnato e un tantinello misconosciuto nella potenza figurativa del mio ingegno. Che il tram giustizi, opportunamente decollandoli, i direttori di riviste letterarie dalla “robusta erudizione”. Che qualche mia devota stregaccia rada al suolo le villazze dei parrucconi, loro già rasati con cura, che mi condurranno ai matti.
Alfine posso dire. Il mio, molto inedito, è il miglior romanzo dell’Unione Sovietica del secolo venturo.
20 Lug 2011 Nicola
“Loro credono sia questa una recensione autobiografica?”: in primis è letteraria. E’ una recensione che sembra composta da Bulgakov stesso e dai personaggi redivivi del suo libro insieme.
E nel tono traspare l’orrore di Ivan che rivela la sua verità ma per gli altri è da internare… E si legge la disperazione rassegnata e dolorosa del maestro…
Mi sbaglierò ma ritengo che nessun lettore riuscirà mai ad entrare in maniera non fallace nel privato di un autore (sarebbe come dire d’aver mangiato un piatto avendone sentito solo il profumo da lontano - si potrebbe solo intuire di esso il sapore) e considero questo in ogni caso un atto illecito, a meno che non si tratti di autobiografia dichiarata. Il compositore nel suo brano ascolta attento note per lui critiche, aspetta e conosce il climax del mordente che lui solo sa perché ha voluto piazzare in quella battuta. Beethoven era sordo e sentiva certamente le sinfonie da lui composte in maniera diversa da qualunque ascoltatore le ascoltasse con lui in quel momento.
Secondo il mio parere (uno come tanti che poco vale) l’autobiografia è nella struttura con cui hai ordito il testo, nella scelta degli aggettivi e nella collocazione delle citazioni con cui l’hai tramato, nel tono che hai voluto consegnare al tessuto del testo, nella conclusione.
Anche questo è un piccolo capolavoro Nicola e se penso che potrebbe essere rapito dal vorace oblio dell’etere, mi viene l’orticaria. E’ un pezzo d’alta critica…è un pezzo d’alta critica!!!
Grazie, Rita, non lo so però se sia, come tu dici, alta critica e forse neanche dovrebbe importarci. Magari conta solo come si accoglie un libro nel proprio mondo interiore. Comunque un’altra lettura possibile potrebbe essere quella che Bulgakov abbia recensito, con la sua, la biografia di tutti quegli sconosciuti (e non credo siano molti, e giusto perché mi piace un po’ giuocare mi ci metto anch’io) che hanno ancora un capolavoro nel cassetto, inedito o magari vieppiù rigettato e abominato, tentati dal desiderio di bruciare i loro cartocci. Questo più o meno succede ed è successo spesso nella storia delle lettere, con tanto di riconoscimenti post mortem; e precisamente a questo destino Bulgakov pare essersi opposto con tutta la sua forza di scrittore, costruendo questa straordinaria opera a struttura binaria: un romanzo-show con protagonista il Maestro esasperato dalla critica supponente (più Margherita e Satana) e un romanzo parallelo, livido e sconcertante, con delle figure pazzescamente belle - Pilato, Hanozri (Gesù), Levi Matteo - che si staccano da un Gerusalemme allucinante e si rendono indimenticabili, o meglio: indimenticabilmente rivisitate rispetto al racconto neotestamentario. E precisamente quest’ultimo sarebbe il romanzo del Maestro, rifiutato dal ‘bel mondo’ letterario moscovita. Dunque, Bulgakov, recensendo letterariamente la biografia universale di “noi” negletti, ha scritto il suo capolavoro.
Che dici, adesso può toccare a noi farne una videorecensione?
Inoltre, ho quasi finito un libro di Camus. anche di questo si potrebbe parlare.
Grazie per avermi reso più chiara la struttura di questo capolavoro. Certamente sì, si può affermare che Bulgakov abbia recensito, componendo quest’opera, la biografia di tutti gli scrittori poco noti con un tesoro nel cassetto, sono d’accordo con te.
Sì, si proceda con una magistrale videorecensione! Di questo romanzo, di quello di Camus che stai finendo di leggere e… se fossi in te, quindi potendomelo permettere… del “Voyage au bout de la nuit” La mia fotocamera è pronta!