Assise di stronzi dunque proprio no, tanto più che chiunque fosse presente quell’apocalittico sabato notte in cui si annunciarono tutte le nefandezze previste per il 2012, bene, chiunque fosse lì poteva apprezzare un bouquet sociale, ivi convenuto, straordinariamente variegato: dal lunpenproletariat dignitosamente (?) rappresentato dal Filippo Tissi al ceto medio riflessivo (incarnato dal ser Gianga) alla high society delle Sacco’s & the city. Financo un tizio, in rappresentanza della bohème più stracciona, che non faceva altro che ripetere di non riconoscersi all’interno del patto sociale e che è sparito dopo dieci minuti. Chi dice che s’è buttato nella lama dopo essersi fatto un negrone sbagliato (tiro molto mancino giuocatogli da Giorgio kulashaker Mancino mastro biberoniere), chi dice invece che DJ S’è Perso non lo ha retto più sin da subito e conducendolo in camporella col pretesto di mostrargli meglio certi protopianeti plutoidi allogati nella volta celeste, dietro un pitosforo gli avrebbe tranciato la giugulare servendosi dell’apriscatole che egli porta sempre con sé insieme con la confezione da 15 di carne Simmenthal. Nel caso sia buona la seconda, sono certo che il buon Andrea non abbia trascurato di avvolgere il cadavere in un bustone dell’immondizia pur di poter ammirare per qualche secondo l’epifania iconica di Lara Palmer.

Ma riabbobiniamo un attimo il nastro. Nei giorni che precedettero il fatidico sabato notte, si poneva come imperativo quello di non farsi condizionare psicologicamente dal pestaggio mediatico messo in atto dalle potenze buie della reazione. Ecco, quindi, nella sfarzosa magione nei pressi del diroccante teatro Santa Lucia, Andrea S’è Perso e Ramòn Misteri, nominati DJ’s secondo il discutibile nonché riformabilissimo sistema elettorale che va sotto il nome di Vaccarellum, sfogare i nervi in un penoso mercimonio di brani doppione. Ebbene, messe le scalette sul tavolo e scoperti i brani x, y, z in comune, scattava una riprovevole trattativa della serie: “Ti cedo x se mi dài y e z più la figurina di Bergomi al mundialito ‘82″. Ramòn Misteri, messo in condizioni di non nuocere grazie ad un’abilissima manovra laziana (un olezzo infernale di carne Simmenthal stracotta, sapientemente diffuso all’interno dell’abitazione giusto qualche minuto prima del suo arrivo), finiva per cedere su tutta la linea e già pensava di ripiegare su Enigma, Dragostea e Edward Maya feat. Vika Jigulina. Intanto l’ansia si tagliava a fette, c’era bisogno di conoscere anche la scaletta del dj festeggiato ma questi tardava ad arrivare. Infatti, appuntamento alle 21.30 e quello niente. Quando finalmente si presenta ha pure il coraggio di dire: “Mamma mia, non è da me, sono addirittura in anticipo”. S’è Perso e Misteri lo guardano esterrefatti e quello rincara: “Oh, sono le 21.25″. E i due: “Sì, sono le nove e venticinque ma di due giorni dopo. Quindi a questo punto il tuo dj set è saltato”. Meno male che restava pur sempre la performance del direttore dell’accademia del Santa Lucia, maestro Tommaso Accroccodivocaliacasaccio’Erti, forte della sua ventennale esperienza di giostraio jolly e tappabuchi, col quale si sentivano tutti più sicuri, anche perché c’era il tacito accordo di usarlo come scudo umano in caso di bombardamento da parte dell’aviazione degli imperialisti del divertimento uichendistico.

part two