L'Histoire Érotique
Miei infiniti lombi in sudore, dove sei finito? Mentre tutti mi rincorrono e mi invocano tu vai a correre cronometro pianeggianti. Ti devi appalesare. E invece di salire a me mi imponi la tetra liturgia dell’attesa. Perché prima o poi ci scambieremo i simboli della nostra carità terrena …
“Oh, mia sovrana. Insegnami le gioie del cardinalesimo, dell’incardinamento e dello scardinamento.”
Ci sarebbe allora il soprassotto … il cominciamento grande. Oh, Angelo! Dove mi stai portando? Ovvero, dove mi stai seguendo? Io sono deserto luogo di splendore, troppo fragile per essere sporcata dalle ingiurie del Tempo. Miei infiniti lombi, dove sei? Cosa pensi quando pensi a me? Cosa vedi? Cosa riesci a dire?
“Penso di essere un’ondulazione nell’inguine del Tempo. Lungo la curva di quell’inguine scorre in rivolo di sudore che talora si dislaga e quindi vado a bagnarmici i piedi. Se dal pelo del lago sporge un masso allora mi ci siedo. E ti penso.”
Verrai con me a vagabondare nella campagna di notte a primavera quando è tutto verde e la natura risvegliata esplode in una minaccia di viluppi?
“Verrò da te.”
Devi leggermi nelle preghiere che ti insegno. Potrai sentirmi. Sono tutta lì dentro. Poi non so se ti piacerò un po’ o se ti piacerò che non si può fare senza … Sono mezza cieca e avevo questi occhi belli belli che quelli che mi guardano ci vedono dentro come un film, come il diorama e rimangono incantati e io certi momenti sono un santa, e quelli che guardano si inginocchiano e chiedono perdono, in altri una stregaccia … ho le gambe nude e sono scalza … Sono scappata via e sono sola. Ma tu fa d’esistere.
“Magnifica e sontuosa rosellina, non sei sola. Attraverso le preghiere che m’insegni ti posseggo. Mia sovrana, sono in balìa dei tuoi inferi. Sono nelle tue viscere e agli occhi ho lacrime grosse come zibibbi.”
Pretendo ancora tue ascese e riscontro e giudizio e amore. Sono emozionata, devo calmarmi. Non riesco a intercedere.
“Non ce la faccio a salire. Ho le gambe di marmo.”

(continua)

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