Caro amico…… lo sai meglio di me che per avere quello scatto “perpetuo” bisogna essere fuoriclasse nello sport così come nella vita, e sai anche che di fuoriclasse ne nascono pochi.
Quando se ne hanno le capacità però, queste non andrebbero mai buttate via per futili motivi o per paura di farcela, bisogna credere di potercela fare ma è dura…… molto dura; qui i fuoriclasse fanno la differenza.
Il ciclismo ci insegna, ci insegnava che anche il secondo arrivato, addirittura l’ultimo, avevano sovente un ruolo determinante, potevano costruirsi un successo, scrivere una pagina non banale di sport. Va bene i fuoriclasse, va bene Pantani ma il ciclismo era bello proprio per la presenza dei gregari, delle seconde linee, di chi soffriva pur di arrivare. E non dico di arrivare primo, non dico di arrivare sul podio. Ma di arrivare entro il tempo limite. Capisci? Quello che ha rovinato il ciclismo non è il doping in sé, né il doping in me, ma è la smania di primeggiare, la rincorsa del mito, un fenomeno perverso che pensava di non dover pagare dazio pur fabbricando miti in serie e che non arriva a capire che mettere il piede nell’olimpo senza averne il diritto può essere molto pericoloso, come l’avvicinarsi troppo al sole brucia, come il guardare negli occhi medusa ti pietrifica. Il bello del ciclismo era la storia di ciascun atleta nascosta all’interno del gruppo, una traiettoria via l’altra, tutte con i propri limti da superare, con la propria corsa da vincere. Ciò che commuove è questo, non la maglia gialla di Armstrong, né quella di Pantani nel ‘98, ma questo Pantani qua del video, ex campione, che nella tappa prima andò in crisi in salita e lo stesso fece il giorno dopo di Courchevel, un uomo che con l’ostinazione però doveva superare il sovrano almeno una volta. E quel tour lo chiudeva non certo tra i primi. Lui il record mica lo batteva, se lo inventava di sana pianta. Chissenefrega di battere record. Va bene l’agonismo, non l’ansia da prestazione.
ALZATE IL VOLUME PIU’ CHE POTETE!!!
Standing ovation……. è stato e sarà il migliore di tutti! Solo e sempre il PIRATA!
Caro amico, hai visto lo scatto perpetuo che tutti dovremmo in qualche modo, in qualche forma avere, manifestare.
Caro amico…… lo sai meglio di me che per avere quello scatto “perpetuo” bisogna essere fuoriclasse nello sport così come nella vita, e sai anche che di fuoriclasse ne nascono pochi.
Quando se ne hanno le capacità però, queste non andrebbero mai buttate via per futili motivi o per paura di farcela, bisogna credere di potercela fare ma è dura…… molto dura; qui i fuoriclasse fanno la differenza.
Pace
Il ciclismo ci insegna, ci insegnava che anche il secondo arrivato, addirittura l’ultimo, avevano sovente un ruolo determinante, potevano costruirsi un successo, scrivere una pagina non banale di sport. Va bene i fuoriclasse, va bene Pantani ma il ciclismo era bello proprio per la presenza dei gregari, delle seconde linee, di chi soffriva pur di arrivare. E non dico di arrivare primo, non dico di arrivare sul podio. Ma di arrivare entro il tempo limite. Capisci? Quello che ha rovinato il ciclismo non è il doping in sé, né il doping in me, ma è la smania di primeggiare, la rincorsa del mito, un fenomeno perverso che pensava di non dover pagare dazio pur fabbricando miti in serie e che non arriva a capire che mettere il piede nell’olimpo senza averne il diritto può essere molto pericoloso, come l’avvicinarsi troppo al sole brucia, come il guardare negli occhi medusa ti pietrifica. Il bello del ciclismo era la storia di ciascun atleta nascosta all’interno del gruppo, una traiettoria via l’altra, tutte con i propri limti da superare, con la propria corsa da vincere. Ciò che commuove è questo, non la maglia gialla di Armstrong, né quella di Pantani nel ‘98, ma questo Pantani qua del video, ex campione, che nella tappa prima andò in crisi in salita e lo stesso fece il giorno dopo di Courchevel, un uomo che con l’ostinazione però doveva superare il sovrano almeno una volta. E quel tour lo chiudeva non certo tra i primi. Lui il record mica lo batteva, se lo inventava di sana pianta. Chissenefrega di battere record. Va bene l’agonismo, non l’ansia da prestazione.