Dice che cambio idea molto facilmente, che ho sostenuto troppe volte cose opposte tra loro, che sovente sarei caduto in contraddizione e per forza poi che quando uno mi legge si domanda cosa voglia dire. A parte che bisognerebbe stabilire chi deve dire quando mi si legge: io o il lettore?

Dico.

Se non c’è drammaturgia senza conflitto, figuriamoci se può essercene senza contraddizioni. In fondo, io questo faccio, questo sono: colui che mette in quadro le contraddizioni, ne fa degli impagabili tableaux vivents, dei superbi quadri d’ambiente. Da qui sempre scaturiscono nuovi movimenti, impensate direzioni, spiazzanti discorsi. Azione!