Una giornata di fine agosto.

-Guarda, una drogata. Mi ritrovo per moglie una drogata…

-Che razza di vita è questa? Non te ne accorgi? Che cosa siamo diventati, Tony? Dei falliti. Non lo capisci che siamo dei falliti?… Ti pianto, Tony. Non ne posso più di questo schifo…

-Ma sì, sì che se ne vada…

Chiuso il libro di Paolo Giordano. Da presunto autore di 34 anni non posso che restare ammirato di fronte a questo libro. Non so chi e cosa ci sia dietro ma certo è che il risultato finale è una storia coerente con dentro tutte le parole al posto giusto al momento giusto, un dolore che ti lega fino al’ultima pagina e mai una sbavatura. Bravo o bravi?

Il dialogo riportato sopra è esattamente quel che mi è rimasto nelle orecchie quando ho dovuto smettere di guardare (ma non di sentire) il film di stasera. Dovevo medicarmi una ferita di sette giorni piuttosto estesa sotto il ginocchio evolutasi in noiosa infezione. Nello schermo la parabola di Tony Montana correva verso la sua autodistruzione e io cercavo di staccare la garza da una concrezione rossonerastra. Rivista ancora una volta la sagoma di Al nella sequenza finale, lui sbracato nel suo trono, rintronato dalla paranoia e dai monitor della videosorveglianza, non potevo fare a meno di pensare che tutto questo faceva sempre un pò Riccardo III. Leggete questa tragedia storica shakespeariana e capirete quanta parte possa avere anche nello spiegare la psiche di un blogger. Essendo questa strettamente legata al motto Chi mi ama mi segua.

E il film? Che film era? La risposta è facilissima.