Endorsement. Gli effetti indesiderati della scongiurabile affermazione di Saverio Fragassi
Modugno non può e non merita di diventare il principato di un partito, l’udc, ormai già liquidato dalla Storia ed espulso dal sistema nazionale come frutto avariato delle più esecrabili pratiche partitiche che a mente ‘politica’ sia dato di immaginare.
Non merita, Modugno, di essere retta - ad onta dei consensi ottenuti al primo turno delle amministrative - da una delle più malfamate formazioni politiche in circolazione, ovvero disgraziatamente governata ancora una volta dall’udc, lo stesso partito che in un passato non certamente remoto acquisiva tra le sue fila (per regalargli uno strapuntino al consiglio provinciale) un sindaco all’origine eletto per il centrosinistra, e successivamente (solo sei mesi fa) incappato in guai giudiziari scandalosi almeno quanto scandalosa politicamente (cioè sotto l’aspetto squisitamente politico) è stata la lunga e avvilente stagione amministrativa che lo ha visto protagonista; l’udc, il partito che nel 2011 esprimeva un certo Bellomo candidato sindaco come avversario di un certo Gatti, candidato sindaco a sua volta dalla parte sedicente progressista, per poi ottenere che lo stesso Bellomo divenisse vicesindaco consociativo dell’amministrazione di centrosinistra, la più impapocchiata e tracotante a memoria d’uomo; l’udc, il partito dei trasformisti fuoriclasse, cardine saldissimo dell’odioso asse politico - voluto dall’ex primo cittadino caduto in disgrazia, perseguito e proseguito anche dal successivo ex primo cittadino caduto in analoga disgrazia - che ha devastato un paese (un piccolo inciso: sarebbe bene indicare quell’asse politico adoperando un’espressione più appropriata, cioè ammucchiata vergognosa di prepotenti da competizione, durata dodici anni) ; l’udc, seconda gamba del partito unico degli affari, in realtà indimenticabile, potente motore del malaffare; l’udc, necrosi che ancora residua dopo l’amputazione di un primo tronco di potere; l’udc, declinazione locale del partito-azienda di un certo ras oltremodo famelico ancorché composto, elegante, fresco lana, very cool.
A tenerle bordone, un pdl che per piccineria e servitù tradisce in toto la grandeur del suo capo storico, più una costellazione di movimenti/liste che ostentano ambientalismo (di ambientalisti appecoronati), cultura d’impresa (di padroncini vanesi), ‘fratellanza’ retorica, ‘figliolanza’ censurabilissima. Il collante della coalizione? Presto detto: la ottenebrante inespressività del candidato sindaco Fragassi. Inespressività intellettuale, concettuale, di significati. Ricettacolo umano di formule vuote, buone per coprire con malriposta enfasi le reali intenzioni di quella vorace consorteria che la città farebbe bene a riconoscere quanto prima come corresponsabile del suo pessimo stato di salute.
Modugno non merita di finire ostaggio di coloro che l’hanno sempre tenuta, questa città, in conto di cosa loro; è già stata, Modugno, bloccata e spogliata e intombata nel cemento da un’accolita di predoni senza scrupoli, sopravvissuti (nel senso della sopravvivenza politica) miracolosamente al ciclone di sei mesi fa, e come storditi, oggi, dalla grazia d’essere rimasti illibati, miracolati (politicamente), increduli per la chance, che ancora gli è data, di imperversare per il paese vestiti d’arroganza mentre rilasciano insolenti profferte a destra e a manca. Costoro adescano elettori.
Nicola Magrone, incarna qualcosa di molto semplice: l’esatto contrario di tutto questo. E lo incarna da sempre. Per i modugnesi che sperano in qualcosa di diverso da quanto si è sperimentato negli ultimi dodici anni, questa è una ragione più che sufficiente per desiderare la sua elezione a sindaco della città. Per Modugno, Nicola Magrone basta e avanza.
05 Giu 2013 Nicola
Caro Nicola, che dirti? Colpita e affondata! Ti voglio bene.
Considerazioni giuste, obiettive, condivisibili. Ciao
Grazie all’autore del post, hai detto delle cose davvero giuste. Spero di vedere presto altri post del genere, intanto mi salvo il blog tra i preferiti.