Prima e dopo che un corpo a corpo tra l’avvenente (d’avvenenza pseudoceltica e “piacevolmente scimmiesca”) professore arrivato dall’Europa negli Stati Uniti e la bramata dodicenne indigena di Ramsdale, Lolita è una lotta all’arma bianca tra lo scrittore deprivato della sua lingua madre e la già giovane, già di per sé molto neo, lingua americana, la quale poi, allo straniero che tenti di abitarla e possederla, finisce per risultare anche più acerba e prepubere. Lo suggerisce lo stesso Nabokov in un bellissimo commento al libro, laddove peraltro si misura, tanto brevemente quanto incisivamente, con i temi universali della letteratura: erotismo e sensualità (anche se dovremmo più appropriatamente oggi leggere l’endiadi come erotismo e pornografia, con l’erotismo al posto della sensualità e la pornografia al posto dell’erotismo), “realtà” e fantasia individuale, realismo e simbolismi di portata psicanalitica, morale e godimento estetico, moralismo e norma dell’arte. Certo, la carnalità innominabile, eppure così magistralmente nominata, che corre tra Humbert Humbert e la poco più che bambina Dolores Haze/Dolly/Lolita/Lo (talora anche ma Carmen), deve essere letta per quella che è, ossia l’oggetto di una storia straziante, la storia di un orrendo sopruso perpetrato da un malfattore ai danni di una fanciulla. Questo va detto senza mezzi termini e la trama, al dunque, questo è. Eppure, che sprofondo nell’arte!, quanta bellezza insostenibile di tormentato amore, quanta “amorosa oscurità” si sprigiona dalle pagine di questo libro.

La storia di un individuo mostruoso rattratto nel suo “buio misericordioso”, un elemento condiviso con l’incessante fantasma di Lolita, non con la giovanetta in carne e ossa, perché con questa egli si gode la luce del giorno, e perché la piccola e a volte banale, volgare, accidiosa Lolita non sa decifrare “gli abominevoli geroglifici della sua lussuria”, dunque non con questa infelice creatura nella “sua prima adolescenza di puledra”, ma col suo spettro, l’ossesso professor Humbert ripara nel suo inferno.

(continua)