Archivi per la categoria 'diario di un giullare timido'

diario di un giullare timido, minimi sistemi

italiademmerda

siccome sono arrabbiato col mondo, mi sono bevuto il cervello e ci sono molte cose che mi hanno dato alla testa - dicono, eh? … a me pareva di essere un tipo simpatico, anzi spassoso, quandochenon adorabile - vomito quest’altra invettiva:

ma che intellettuale è uno che parla della crisi e dei relativi ineludibili provvedimenti, ma non mette minimamente in discussione il concetto di crisi e dell’esistenza stessa di questa crisi (pur esistendo, eccome!, le misure di crisi)?

altri spot, diario di un giullare timido

di feste comandate

per il caldo mortale vanno i gomiti contro i gomiti nel buio indie cieco pesto di drum machine e vanno in apparenza di flanella sbalorditi d’umidità ma quanto prometeici nell’ontologia più eighties vanno incontrollati i sessi nelle livree slabbrate contro scrigni caramellati i sessi liquefatti verso l’adriatico mugghiante traverso la messicana cola olidda il ballo la febbre il dolore vanno tarantati romiti salmastri pei cessi colombiani incontro alla morte più petite mentovando estetiche accampando scuse inalberando gioia d’avere vent’anni saecula saeculorum

diario di un giullare timido

Diario del piazzale /1

9 agosto. Epifania delle ore 14.30.

Desertitudine che ti viene da piangere. In lontananza appare ’sto cozzalo delle campagne limitrofe, s’avvicina con andatura costante e un po’ indolente, come se la costanza indolente fosse un modo per dargli il fatto suo, al caldo umido; mi passa davanti a me che lo stesso me ne sto a grigliare per scelta, e prosegue oltre. La canotta per turbante. Spasseggia il suo cammello lungo lo stradone che costeggia l’area di servizio, ’sto tuareg in agro modugnese. Vanno così, i beffardoni, e scompaiono dietro la curva della strada.
Un puzzo insostenibile – a gradire. Dice che è stallatico ma non ci credo. È troppo fogna. Attraverso tutto il piazzale fino alla recinzione che dà sull’uliveto, e dall’altra parte lo vedo, ‘orca se la vedo, l’autobotte che circola smerdando tutto in giro per il fondo. Una bocca laterale aperta riversa liquami e così si slavandina tutta la campagna.
Dal chioschetto mio, la radio canta Zucchero: “Sei proprio tu che cosa vuoi di più poroporoppoppero …”.

diario di un giullare timido

e non mi squaglio

Io che pure transitai dal modo à tiroir di RAVB alla vagotecnica dell’entrelacement della “via gràl o il parto dell’anaconda” già OK PER IL CASSETTONE, mia ultima, molto inedita e non meno versipelle (direbbe il principe De Curtis) fatica letteraria.

diario di un giullare timido

che finale!

diario di un giullare timido

l’immortalità del grafomane

Puoi credere di essere dipendente dal tuo PC, pensare che scriverai ormai solo battendo su una tastiera, magari afflitto da social network addiction, convinto di queste e altre stronzate. Ma sempre, sempre, tornerai a sederti a un tavolo, con carta e penna, per scrivere una lettera d’amore. Anche a babbo morto.

diario di un giullare timido, le torsioni dell'anaconda

Quando sento parlare di società in sonno metto mano alla bomba all’idrogeno

Verrà la guerra e sarà un sanguinaccio di poppammerda e soregegie insieme a tutti gli squarantottati e persi e alle sgallettate con
inutile scilinguagnolo. Si scanneranno peraltro mariesante rivenduglioli e gianfrulloni, e molti staranno a capa sotto. Sventreranno le casupole abiette. A vista: monconi di tubi di cesso dell’odierna società. Ad affiorare, come torme di ratte a ventaglio: quadrincatori d’elevato sentire, sudanti sangue e sgualdrinacce malvissute ormai bistorte. Un’apocalisse di crolli seppellirà vitemarie e punti corradi. E via andare … con la Storia.

diario di un giullare timido

sentitamente

torna dal supermarket con una bustina di risotto knorr, mezzo chilo di pane di altamura già affettato, una scatoletta di tonno. il suo cenino di natale. nello stesso negozio ha trovato e acquistato un libro di herta muller dal titolo che lui non poteva non trovare fortemente evocativo

diario di un giullare timido, le torsioni dell'anaconda

Ascessi

elevato in ispirito, insensibile alle cose terrene, alle quistioni corporali, all’amor carnale, al secolo. grande santità. svolgo prieghi per le anime del purgatorio, digiuno, reco cerchi in ferro alla carne, parlo lugamente di dio, a satana cacogli in bocca. certe sirocchie mie seguitano l’esempio, conformandosi in cristo crocifisso e benedetto. se non predico sto mutolo.

mansueta l’anaconda, passa da un uscio all’altro e quando si parte da questo mondo grande compunzione nei cuori dei concittadini ché ellaserpe ricordava i miracoli miei.

ho le stimmate.

dio vuole cinquantamila euro per il riscatto.

diario di un giullare timido

Fioretto quiz

stando alla lezione francescana dovrei forse svolgere qualche orazioncella, alla porziuncola degli affaracci miei, mistico e sensuale (va da sé), per ch’io sia degno di quell’ismisurato tesoro della santissima povertà?

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