Archivi per la categoria 'diario di un giullare timido'

diario di un giullare timido

carpaccio benevolentiae

Dopo interminabili giorni di purgatorio sono di nuovo qui a scrivere sul blog. Il mio pc portatile è andato. La scheda grafica in vacca e dunque da buttare tutto quanto poiché nei notebook la suddetta scheda è integrata nella piastra madre. Sono stato letteralmente nel pallone per una ventina di giorni, con un estro creativo straripante (ma mi guardo bene dal dire di valore) che non poteva essere incanalato in alcun modo per via del fatto che il materiale su cui lavoro era appunto tutto dentro un pc inservibile. Ora, però ho un nuovo pc, con Vista come sistema oprativo (più friendly, più ruffiano, come sostiene con toni irrisori mio cugino omonimo), ancora tutto da scoprire. Ma manca poco e sto tornando ad annoiarvi con il mio ombelico, ad ammorbarvi con la mia sintassi, a inconsciamente respingervi con la mia supponenza. Insomma, ad azzannarvi i coglioni.

E dopo essermi concesso quest’ultima stronzata, per l’aspetto meno faceto del blog passo a informarvi che da domani si tenta l’esperimento di una lettura agonistica del presente adoperando il grimaldello della letteratura. Sono lieto di ospitare, infatti, gli interventi Giuseppe Giglio. Se non fosse anche e soprattutto un amico, cara sponda per me in Sicilia, mi sarei limitato ad annunciarlo con tono più protocollare: mi onoro di… etc. Non che non me ne onori comunque, ma non voglio insistere sulla strada dell’arruffianamento: mio cugino incombe.

diario di un giullare timido, letteraria

la combriccola delle lettere ultime

Una giornata di fine agosto.

-Guarda, una drogata. Mi ritrovo per moglie una drogata…

-Che razza di vita è questa? Non te ne accorgi? Che cosa siamo diventati, Tony? Dei falliti. Non lo capisci che siamo dei falliti?… Ti pianto, Tony. Non ne posso più di questo schifo…

-Ma sì, sì che se ne vada…

Chiuso il libro di Paolo Giordano. Da presunto autore di 34 anni non posso che restare ammirato di fronte a questo libro. Non so chi e cosa ci sia dietro ma certo è che il risultato finale è una storia coerente con dentro tutte le parole al posto giusto al momento giusto, un dolore che ti lega fino al’ultima pagina e mai una sbavatura. Bravo o bravi?

Il dialogo riportato sopra è esattamente quel che mi è rimasto nelle orecchie quando ho dovuto smettere di guardare (ma non di sentire) il film di stasera. Dovevo medicarmi una ferita di sette giorni piuttosto estesa sotto il ginocchio evolutasi in noiosa infezione. Nello schermo la parabola di Tony Montana correva verso la sua autodistruzione e io cercavo di staccare la garza da una concrezione rossonerastra. Rivista ancora una volta la sagoma di Al nella sequenza finale, lui sbracato nel suo trono, rintronato dalla paranoia e dai monitor della videosorveglianza, non potevo fare a meno di pensare che tutto questo faceva sempre un pò Riccardo III. Leggete questa tragedia storica shakespeariana e capirete quanta parte possa avere anche nello spiegare la psiche di un blogger. Essendo questa strettamente legata al motto Chi mi ama mi segua.

E il film? Che film era? La risposta è facilissima.

diario di un giullare timido, minimi sistemi

in articulo mortis

Scusate, stavo imbiancando il mio sepolcro.

E nel farlo mi si è fatto dappresso un cappellaio matto che recitava a memoria un passo di Prezzolini:

“I cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi. I furbi non usano mai parole chiare. I fessi qualche volta. Colui che sa è un fesso. Colui che riesce senza sapere è un furbo. L’Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l’Italia sono i furbi che non fanno nulla e se la godono”

Secondo me non si poteva dir meglio. A questo punto, non so perché, ho smesso di imbiancare il mio sepolcro e mi sono messo a sognare la concessione di un loculo medio. Perché un loculo medio è per sempre. Non sia mai in campo. E invece di stolidi epitaffii, intesi a recuperare in memoria meriti e virtù mai abbastanza riconosciuti in vita, chiedo che sulla lastra ci si limiti ad aporre il mio codice fiscale.

Ma comunque è presto. Nel frattempo, tra il baloccarsi con la mediocrità e il tema della rimozione della morte continuo a vedere un legame chiarissimo.

Mi aspetto testimonianze che raccontino di una realizzazone nei fatti, ad ogni livello e in qualunque prospettiva, della lucida analisi prezzoliniana. Please.

diario di un giullare timido, letteraria

VALE TUDO!

Da ‘mo vale:

 

Una sensazione di annegamento e di intrappolamento che ti blocca con sapiente presa articolare, a queste latitudini meridionali, magari proprio su queste strade, asfaltate solo in teoria ma sterrate dalla nostra corrosiva lordaggine. Le strade del mio quartiere con i palazzotti affetti da pustola maligna. Ma da chi ce lo facciamo rifilare il materiale edilizio noi? Questi edifici che scolorano, che di notte sbiadiscono il doppio, nella calda sera (anche novembrina), nei quali allignano e proliferano e prosperano e induriscono acaroni ormai antropomorfi che contendono lo spazio agli uomini, ci bevono financo l’amaro insieme la sera tardi, anche se l’uomo non vuole, però ci è costretto ingorgato com’è in questo eterno giro di giostra tra portabiancheria da svuotare e cuscinazzi impataccati di sugna fin dentro all’anima (de li cuscinazzi, s’intende) e ancora: graveolenze inossidabili, gravidanze nevrotiche, capillari schiattatissimi, birrozze stappate in ogni angolo della casa, frigni insopportabili, sorcioni morbidosi e discreti (a proposito, sareste in grado di ragguagliarmi sulle ultime dimensioni raggiunte dalla specie fognaria?), medicine affastellate sui comò di qulacuno che è stato maledetto e che i soldi a cui non ha saputo rinunciare adesso, appunto, giustamente, tutti in medicine se li deve cacare, pruriti tenaci, crocifissi sorveglianti e sorveglianti crocifissi da mogli, ieri lapidate, oggi vezzeggiate, domani riverite; puzze del gatto, ma ora basta! domani mattina lo porti a castrare - ma tanto di pisciare deve pisciare lo stesso - vabbè ma intanto glielo metti fuori combattimento, poi si vede… (che poi nel frattempo domani ti sparo due corna col ragazzo del piano di sotto che neanche te l’immagini come si vedrà bene domani il digitale terrestre, ché non sei stato neanche in grado di sceglierlo ché non prende un cazzo e finisci ogni volta per fare queste spese di cazzo ché se quei soldi li daresti a me vedi quante mila cose utili ti vado a comprare) e via discorrendo di questi scazzi che riempiono ’ste case affollate di vera tristezza, vera violenza, vero terrore, che ti viene voglia davvero di invocare un flagello biblico a ripulire tutto per rifare tutto da capo, ché non si vive così, non si fa così, non si parla così…

ma che, me la sto a prendere così?! ma se non si può avere un’apocalisse à la carte, almeno uno switch off…

« Prec.