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funghi patogeni, riflessioni su due ruote
L'Histoire Érotique
Miei infiniti lombi in sudore, dove sei finito? Mentre tutti mi rincorrono e mi invocano tu vai a correre cronometro pianeggianti. Ti devi appalesare. E invece di salire a me mi imponi la tetra liturgia dell’attesa. Perché prima o poi ci scambieremo i simboli della nostra carità terrena …
“Oh, mia sovrana. Insegnami le gioie del cardinalesimo, dell’incardinamento e dello scardinamento.”
Ci sarebbe allora il soprassotto … il cominciamento grande. Oh, Angelo! Dove mi stai portando? Ovvero, dove mi stai seguendo? Io sono deserto luogo di splendore, troppo fragile per essere sporcata dalle ingiurie del Tempo. Miei infiniti lombi, dove sei? Cosa pensi quando pensi a me? Cosa vedi? Cosa riesci a dire?
“Penso di essere un’ondulazione nell’inguine del Tempo. Lungo la curva di quell’inguine scorre in rivolo di sudore che talora si dislaga e quindi vado a bagnarmici i piedi. Se dal pelo del lago sporge un masso allora mi ci siedo. E ti penso.”
Verrai con me a vagabondare nella campagna di notte a primavera quando è tutto verde e la natura risvegliata esplode in una minaccia di viluppi?
“Verrò da te.”
Devi leggermi nelle preghiere che ti insegno. Potrai sentirmi. Sono tutta lì dentro. Poi non so se ti piacerò un po’ o se ti piacerò che non si può fare senza … Sono mezza cieca e avevo questi occhi belli belli che quelli che mi guardano ci vedono dentro come un film, come il diorama e rimangono incantati e io certi momenti sono un santa, e quelli che guardano si inginocchiano e chiedono perdono, in altri una stregaccia … ho le gambe nude e sono scalza … Sono scappata via e sono sola. Ma tu fa d’esistere.
“Magnifica e sontuosa rosellina, non sei sola. Attraverso le preghiere che m’insegni ti posseggo. Mia sovrana, sono in balìa dei tuoi inferi. Sono nelle tue viscere e agli occhi ho lacrime grosse come zibibbi.”
Pretendo ancora tue ascese e riscontro e giudizio e amore. Sono emozionata, devo calmarmi. Non riesco a intercedere.
“Non ce la faccio a salire. Ho le gambe di marmo.”
(continua)
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20 Lug 2012
Nicola
funghi patogeni, riflessioni su due ruote
L'Histoire Érotique
Sono andata a dormire, ho fatto un sogno di carne poi mi sono svegliata e adesso non posso più dormire.
“E per colpa mia? Non idealizzarmi troppo, per me conta molto la bici ma nel resto della carne sono al di sotto delle attese. Per non dire una grossa delusione. Ma forse sto facendo il deficiente, perdonami.”
Sì, stai facendo il deficiente. Avevo visto nei tuoi garretti delle cose inattese, straordinarie, eri riuscito nella tua sofferenza di scalatore a scolpire frasi d’amore. Potevo leggerle, io, di quelle che una donna passa una vita intera senza mai sentirsele dire. Neanche mi pareva vero, sembrava di colloquiare con l’anima di un poeta. E poi? Neanche passa un giorno che mi ritrovo di fronte uno che boccheggia quattro scuse. E non venirmi a parlare di idealizzazioni e altre minchiate. Volevi interagire con la madonna? Bene la madonna è anche questa donna abbastanza risentita perché tu ti spaventi di me. Se non riposo, certo non dipende da te. Certo non può dipendere da te, sia chiaro. Allora tu mi rispondi come un deficiente. Ma qui non si tratta di farmi un dispetto se tu scali la montagna o desisti, quello che posso fare per te è sentire se ci sei come uomo o meno ma, se questo talento tu non hai, ti metterei al tuo giusto posto argomentando con solide basi, sulla roccia e non sull’argilla. Quello che fa una vera e buona madonna è indirizzare dolcemente, guidare il talentuoso verso la completa realizzazione della sua preghiera; lo aiuta sminare il terreno, a confrontarsi con i suoi fantasmi, a fare un viaggio dentro se stesso. Io che sono una poveretta ancorché primitiva, rozza e magmatica il passo della madonna ce l’ho, innato, ed è una dannazione. E se non l’avessi avuto magari mi sarei offesa, magari avrei fatto dell’altro e invece no. Può darsi che tu sia un atleta eccellente e non un uomo; o può darsi che tu sia un grande uomo, ma chiunque tu sia adesso il tuo talento va guidato, nutrito, sorretto. Può darsi pure che tu pedali solo per evadere da un mondo del cazzo che ti tiene prigioniero, ma se è così non sei un uomo vero. Gli uomini veri sono dei dannati! Lo capisci?
“Ma la mia era solo professione di modestia. Io credo di essere davvero deludente come uomo. Ti ho parlato così perché c’è anche chi, vicino a me, pensa davvero che io sia una persona deludente, non certo perché mi spaventi di te. E poi, via, da quel poco che ho capito di te, sei una che spaventa. E io l’ho capito, che non debbo spaventarmi.”
C’è un momento, quando sei lì a morire in bici, in cui hai un’espressione di grande dolcezza, che viene voglia di farti una carezza, di farti da madre. Ci sono altri momenti, più cattivi, in cui la smorfia di fatica sul tuo volto ti fa sembrare un internato in un reclusorio minorile. Sembri due persone diverse, forse sei l’una e l’altra e io non ci capisco più niente. Non capisco più cosa ci stiamo dicendo e perché ci parliamo; io sono incuriosita da te, sono ammirata dalla tua tenacia … Certo che faccio paura. A tratti susciti in me il desiderio di farti un po’ male, come si farebbe con un animaletto indifeso, come certi mostri fanno … Non capisco più se è solo una mera questione ontologica di scopate. E poi ti ho trovato un meraviglioso patronimico: infiniti lombi in sudore e in loro un’ave maria. Commenta.
“Anche quello avevo capito, il desiderio di farmi un po’ male. E ti chiedo: non dovrei spaventarmi?”
Lo puoi intuire, cazzo? A me mi hanno corteggiato di buone e meno buone preghiere per centinaia d’anni …. Hai capito?!? E non sparire!
“E non sparisco. Andiamo avanti con la tenzone, allora. Marrana!”
No, sei un ragazzetto che non sa quel che dice, che si crede che basta scalare tre o quattro volte la rupe per arrivare al cuore di un simulacro di bronzo, per scoprire il mio segreto. Che stolto che fosti! Ti abbandono lì dove non ti ho mai trovato.
“Non ho mai creduto che bastassero tre o quattro salite. Mai! Tu sei una donna crudele che mi tratta come un ragazzetto deficiente e servo. Ma io spero ancora di conoscerti, di conoscere la tua incarnazione.”
Tu mi devi adorare.
“Il Beato Angelico ebbe un incubo. Risvegliandosi tutto sudato prese a disegnarmi. Mi mise addosso vestiti di mago e mi fece chinare e mi colorò il mantello. Ma i suoi spasmi notturni non cessarono e nella mia postura si impresse in guizzo di agitazione, un trasecolare. Ero venuto per adorare la creatura ma la vista della vergine rosa mi fece barcollare.”
(continua)
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09 Lug 2012
Nicola
funghi patogeni, riflessioni su due ruote
L'Histoire Érotique
Ma insomma, devi manifestarti! Dove sei finito? Non tollero, oh no!, non tollero, non più a lungo potrò tollerare il tuo silenzio! Porta qui il cazzo della tua figura intera! Voglio vederti, sbrigati! Sono stanca, patita, tormentata dai teleobiettivi, ho bisogno di riposare.
(continua)
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02 Lug 2012
Nicola
funghi patogeni, riflessioni su due ruote
L'Histoire Érotique
Nella notte lei gli appare.
Angelo, ti percepisco da lontano come ciò che mi manca. Come una primitiva forza della natura. Non scomparire. Quando torni? Non tollero essere abbandonata.
“Ti amerò domani. Tu però ancora non mi apostrofi. Aspettavo con ansia il tuo nomignolo, questo battesimo.”
(continua)
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01 Lug 2012
Nicola
funghi patogeni, riflessioni su due ruote
Perché un ricordo si formi, la conoscenza [che occorre] è pertinente ai contrasti delle disposizioni d’animo, delle situazioni, delle circostanze. Una situazione erotica, nella quale il punto essenziale è stato l’isolamento tranquillo della vita in campagna, si lascia a volte nel modo migliore ricordare e interiorizzare nel ricordo (erindre og inderindre) in un teatro, dove l’ambiente e il rumore producono il contrasto. Non è però sempre l’aperto contrasto, quello felice. Se non fosse non bello usare come mezzo un essere umano, sarebbe forse alla volta una contraddizione felice, al fine di ricordare una situazione erotica, quella consistente nel procurarsi una nuova storia d’amore, puramente e semplicemente per ricordare l’altra. I contrasti possono essere in modo estremo oggetto di riflessione. Il culmine estremo del rapporto di riflessione fra la memoria e il ricordo è nell’usare la memoria come ricordo.
[s. k.]
L'Histoire Érotique
“Dimmi come ti senti oggi.”
“Come un buzzurro.”
“In quanto femmina ancorché decaduta ho un debole innato per buzzurri, brutali, guardiacaccia e famigli. Purché giovani e sani.”
“Anche per quelli afflitti da un’ansia di emancipazione da cotanto stato?”
“Assolutamente sì”
“Ma che te ne fai della giovinezza brutalista se hai bisogno soltanto di veglie.”
“Macché veglie! Provo per te una sensuale, sinistra inclinazione. Mi sa tanto che dipende dalle tue cosce di ciclista mentre la preghiera ti sboccia nel cuore.”
“Mi mandi in solluchero.”
“Adesso tutti questi pellegrini dovranno pregare perché la situazione non ci sfugga di mano. Rischiosissima. Percepisco una strana ebbrezza. Adesso vai ma non sparire per giorni!”
(continua)
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26 Giu 2012
Nicola
funghi patogeni, riflessioni su due ruote
L’eros è conflittualità farneticante dell’io. il porno è, al contrario, oggettità irreciproca dei corpi non squalificata da nessun soggetto; oggettità che eccede il desiderio, o-scenità irrappresentabile. Carne senza concetto. [c.b.]
L'Histoire Érotique
Quanta forza ha di scattare ancora qui, su questo colle proibitivo.
“Siamo precipitati, Angelo. Adesso devo cambiarti il nome, affibbiartene uno nuovo di zecca che partecipi del nostro mutuo scambio di atti caritatevoli. Mentre io col mio corteo di fantasmi muovo ad una attesa cui non potrai mancare. Dio, come sei giovane! Ricorda, puoi solo vegliarmi.”
(continua)
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24 Giu 2012
Nicola
funghi patogeni, riflessioni su due ruote
L’eros è conflittualità farneticante dell’io. il porno è, al contrario, oggettità irreciproca dei corpi non squalificata da nessun soggetto; oggettità che eccede il desiderio, o-scenità irrappresentabile. Carne senza concetto. [c.b.]
L'Histoire Érotique
Di notte sogna di vederla sotto le infinite arcate della chiesa, tra i banchi, di fianco al marito e al figlioletto. È innamorato. Lei si volta, lo guarda liquida, capisce e dice: “Sì ma adesso devi venire a prendermi dall’aldilà. Sono una statua cadavere, non puoi avermi, puoi solo vegliarmi”. Poi Angelo si sveglia e non conta più i muri che riuscirebbe a scalare in bici per la rabbia di aver perso quel sogno.
(continua)
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20 Giu 2012
Nicola
funghi patogeni, riflessioni su due ruote
L’eros è conflittualità farneticante dell’io. il porno è, al contrario, oggettità irreciproca dei corpi non squalificata da nessun soggetto; oggettità che eccede il desiderio, o-scenità irrappresentabile. Carne senza concetto. [c.b.]
L'Histoire Érotique
Negli occhi fotogrammi di pellegrini accaldati che ghermiscono altri fotogrammi attraverso i loro cellulari lampeggianti sul bronzo della statua.
“Dimmi se ti innamori.”
“Da molto non mi capita” dice Angelo.
“Io mi innamoro di gente che mai mi corrisponde ovvero si spaventa di me e fugge. La gente si spaventa se le faccio conoscere tutta la mia biografia, allora ho inventato una versione edulcorata.”
L’acido lattico ha rotto gli argini: le immaginette, le statue a grandezza naturale, i grani di rosario, i libri sulla madonna, sono veleni nel sangue che i muscoli potrebbero rifiutarsi di smaltire. I polmoni bruciano come vi fosse stata scolata dentro una manciata di sabbia.
“Una storia come la mia è come un giacimento di uranio a cielo aperto. Rischio di far scappare le persone di fronte a tanta memoria di orrori patiti. Oppure di impietosirli. E io non voglio essere compatita.”
Sofferenti di varia natura si accalcano attorno a una bancarella. Un garbuglio di cerotti, garza e ovatta imbrattati di sangue e un fazzoletto, ben spiegato dietro il vetro di una campana, con una macchia nerastra al centro che si stempera in un più ampio alone affumicato su tutta la superficie restante del cotone. Non ricordi bene: era forse l’espettorato della sguattera tisica che per prima ebbe qui l’apparizione?
“Invidio molto la tua padronanza sulle due ruote. I tuoi polpacci e le tue cosce. Ma raccontami di te. Così. A pezzettini. Io oggi tempestata di preghiere e di giornalisti che devono scrivere su di me. C’è un mio amico giornalista con il quale per gioco ci diciamo delle stronzate tipo ti amo, oh sì, quanto ti amo. Mi assillano perché gli racconti degli episodi inediti per i loro mensili.”
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15 Giu 2012
Nicola
funghi patogeni, riflessioni su due ruote
L’eros è conflittualità farneticante dell’io. il porno è, al contrario, oggettità irreciproca dei corpi non squalificata da nessun soggetto; oggettità che eccede il desiderio, o-scenità irrappresentabile. Carne senza concetto. [c.b.]
L'Histoire Érotique
Di nuovo su quei tornanti. L’arrampicata questa volta è un incubo di fatica, tendini e tessuti tirati allo spasimo sul punto di strapparsi. Troppo ravvicinata. Ma la smania di tornare sul luogo in cui lo spirito santo gli si era manifestato era incontenibile.
“Non voglio sapere qualcosa di te. Voglio che tu mi parli di te, Angelo. Mi s’è fatta voglia di sentire la tua voce.”
“Non saprei da dove cominciare. Fammi una domanda precisa.”
“Hai mai fatto il chierichetto?”
“Il chierichetto mai. Solo una volta, al quartiere popolare dove abitavano i miei nonni fui trascinato ad una messa dove si ritrovarono improvvisamente con penuria di chierichetti e mi fu proposto di assistere il prete nella funzione religiosa. Mi buttarono addosso una tunica troppo lunga nella quale non feci che inciampare tutto il tempo. E non sapevo poi cosa fare, sbagliavo tutti i movimenti nonostante mi fosse stato detto di non starmene troppo a preoccupare. Ma credo sia stato uno dei momenti più penosi della mia esistenza.”
“Il giorno più bello della tua vita.”
“Non mi sovviene. Sarà povertà di spirito?”
“Il tuo ricordo più antico.”
“Potrei confondermi, potrei credere di averne individuato uno e magari dopo scopro che ce n’è un altro prima.”
“Va bene, adesso vai che c’è tutta questa umanità che mi prega. Ma sappi che so cosa mi vorresti chiedere, per cosa vorresti che io intercedessi. Questo ti lega a me e da ora sei mio devoto. Devi manifestarti tu qui da me.”
13 Giu 2012
Nicola
funghi patogeni, riflessioni su due ruote
L’eros è conflittualità farneticante dell’io. il porno è, al contrario, oggettità irreciproca dei corpi non squalificata da nessun soggetto; oggettità che eccede il desiderio, o-scenità irrappresentabile. Carne senza concetto. [c.b.]
L'Histoire Érotique
All’inizio saliva per restare solo. Spingeva più forte degli altri sempre per restare solo. Poi comprese che era la conquista della vetta ad interessarlo. Intuiva con ciò di avvicinarsi in qualche modo all’esser caro agli dèi. Ascendere in bici, restare a spellarsi l’anima sulla roccia spellata poteva ben essere una penitenza a cui far seguire una richiesta d’aiuto rivolta direttamente alla madonna sommitale. Già discreta meta di pellegrinaggio.
In capo a una manciata di scalate della stessa rupe aveva capito che lo scollinamento era tutto. Fermarsi a guardare la statua, lasciarsi attraversare dalla spiritualità del luogo per sondarvi una qualche benevolenza, una disponibilità.
Altroché.
“Puoi fermarti, sai?” gli pareva di aver sentito. Non si sbagliava. “Anche darmi qualche lume su di te. Perché mi cerchi?”
Terrorizzato si buttò giù per la discesa. A rompicollo. E la notte che seguì fu angosciosa. Verso l’alba cominciò a esaminare le cose un po’ più razionalmente: ci sono madonne che piangono e piangono addirittura sangue, ci sono madonne che esalano nell’aria in nebulose che compongono figure vagamente mantellate. Perché meravigliarsi se la sua aveva scelto di parlargli? Solo non capiva come queste entità celestiali potessero aver bisogno di sapere. Come? Non conoscevano già tutto loro?
12 Giu 2012
Nicola
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