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minimi sistemi

mai dire auscian

Cari colleghi        

qualcuno di voi è in grado di dirmi per quale motivo l’ipermercato Auchan, sito in Modugno, debba restare aperto tutte le domeniche di Agosto e Settembre?

Qualcuno è in grado di dirmi se la decisione presa in tal senso trovi una ragione nell’esistenza di una legge regionale che liberalizza le aperture domenicali da Maggio a Settembre per i centri commerciali che ricadono nel territorio di città d’arte o città turistiche? E se questa è la spiegazione, qualcuno mi sa dire dove, come e perché, o da quando, Modugno possa essere annoverata tra le città d’arte o turistiche. Qualcuno è in grado di ravvisare in territorio modugnese una qualche attrazione artistica o un flusso turistico di qualche rilevanza?

Qualcuno mi sa spiegare quali margini di interpretazione abbia la suddetta legge regionale e nello stesso tempo rassicurarmi sul fatto che non ci si sia aggrappati ad un cavillo per estenderne l’applicazione anche all’ipermercato modugnese? Mi scuso, al supermercato modugnese.

Qualcuno mi sa dire in ossequio a quale principio vengano emanate le ordinanze (a favore dell’apertura domenicale) del Comune di Modugno quando invece constatiamo la contrarietà della giunta barese alla legge regionale, la quale non perde occasione per opporsi e avversarne l’applicazione nonostante Bari possa vantare un porto turistico importante e debba sicuramente ritenersi città d’arte?

Vi chiedo lumi. Per favore, facciamone un dibattito.

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l’italia in ginocchio

L’ITALIA E’ IN GINOCCHIO.

STA FACENDO POMPINI AL CAPO!

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sulla Puglia bel tempo

Quando la presi in affitto, questa casa, pensai che fosse un buon riparo anche rispetto al caldo. Confidavo nelle mura spesse di una casa antica. Altrettanta fiducia riponevo negli alti soffitti a volta che avrebbero consentito al calore di disperdersi salendo verso l’alto. E invece domenica scorsa, una domenica di fine luglio, alle tre del pomeriggio non c’era scampo al tormento. Senza condizionatore in casa sono uscito sul balcone del palazzotto ottocentesco (nella foto è una finestra nella facciata gialla sul lato sinistro) con la grinta feroce che se caldo atroce doveva essere, che me lo prendessi tutto in pieno. Farsi una sigaretta mentre ti sbatte in faccia quel flagello africano de “la favugna” è come farsi del male due volte. Un accanimento scioccamente letterario che prova a sintonizzarsi su frequenze da “morte del Principe”.

La sorpresa era tutta nel silenzio. Un delirante silenzio, oserei dire, se si esclude il tappeto sonoro del frinire delle cicale. Pensare che il Corso Vittorio Emanuele, sul quale si affaccia la mia camera da letto, per il resto della settimana è afflitto da una circolazione automobilistica di una demenza da competizione, quando invece ora non vi era traccia dell’essere umano, né di qualsivoglia forma di vita, ma manco li cani (come suol dirsi), faceva impazzire dallo spaesamento.

Dalla mia specola privilegiata posso godere di una vista prospettica della via centrale. Gli edifici generalmente bassi si susseguono a partire dal punto di fuga laggiù, segnato da quello che chiamiamo grattacielo: una concrezione di cemento di dieci piani capace da sola di stravolgere la skyline modugnese (nella foto però questa saracinesca non c’è). E solo quella domenica i palazzi più antichi mi si sono rivelati in tutta la loro evidenza ottocentesca (quando non di origine XVIII secolo).

Guardando in basso invece notavo con preoccupazione i cassonetti sulla strada straripanti di rifiuti (cosa che comincia ad accadere con troppa frequenza anche qui): sacchi di ogni colore troppo gonfi, vescicole pronte a schiattare, evocanti palle gustose di gelato alla frutta sistemate sul cartuccio. Magari! La realtà era invece fatta di marciapiedi lerci di unto, tanfo  e generale putridume fermentante insieme alle scorze di anguria e alla pastasciutta avanzata e buttata via. Segno comunque che c’era vita da qualche parte ma aveva deciso di starsene tappata in casa. In questi casi non conviene neanche prendere la via del mare.

Volevo un fernet, giusto per non lasciarmi scappare il colpo di grazia di mia spettanza, ma i bar sotto casa erano chiusi. Di aperti non c’erano neanche i banchetti di mandorlari e olivari protetti da lacere incerate turchesi. Un ulceroso, funereo meriggio mi sembrava, e mi soccorrevano in proposito le impressioni di Brancati su “la ripresa buia della luce”.

Non pioveva da quasi due mesi.

Nel meteo regionale non riecheggiava che la frase: sulla Puglia bel tempo. Sulla Puglia bel tempo. Sulla Puglia bel tempo. E nella grafica commentata dal colonnello dell’areonautica il sole, bello come un’arancia, perseverava diabolicamente sul tacco d’Italia. E sullapugliabeltempo , scandendo ogni santa giornata di oltre quaranta infami gradi, finiva per risuonare come una cantilena sinistra, un invito a cedere, a ninnarsi carne sudata, a disfarsi. Una cantilena funebre.

diario di un giullare timido, minimi sistemi

in articulo mortis

Scusate, stavo imbiancando il mio sepolcro.

E nel farlo mi si è fatto dappresso un cappellaio matto che recitava a memoria un passo di Prezzolini:

“I cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi. I furbi non usano mai parole chiare. I fessi qualche volta. Colui che sa è un fesso. Colui che riesce senza sapere è un furbo. L’Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l’Italia sono i furbi che non fanno nulla e se la godono”

Secondo me non si poteva dir meglio. A questo punto, non so perché, ho smesso di imbiancare il mio sepolcro e mi sono messo a sognare la concessione di un loculo medio. Perché un loculo medio è per sempre. Non sia mai in campo. E invece di stolidi epitaffii, intesi a recuperare in memoria meriti e virtù mai abbastanza riconosciuti in vita, chiedo che sulla lastra ci si limiti ad aporre il mio codice fiscale.

Ma comunque è presto. Nel frattempo, tra il baloccarsi con la mediocrità e il tema della rimozione della morte continuo a vedere un legame chiarissimo.

Mi aspetto testimonianze che raccontino di una realizzazone nei fatti, ad ogni livello e in qualunque prospettiva, della lucida analisi prezzoliniana. Please.

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