1999 - Innocenza e beatitudine
Se ghignava di soddisfazione, per qualche istante non si sarebbe detto che sorrideva ma che piuttosto ninnasse un suo ronciglio nell’arcata dentaria superiore, e che da questo ferro, sempre in quel brevissimo fotogramma in cui accennava un timido sorriso, saettasse una magnifica lama di luce.
Ogni giorno Innocenza, munita di un mazzetto di semprevivi, riseppelliva suo marito. Nel cimitero, sostenendosi su anche pesanti, conosceva ogni giorno il rinnovamento dell’onta di avere suo marito sotto terra e non nell’agognato alloggiamento; sperimentava il quotidiano orrore del congiunto assegnato alla serie B dell’estrema dimora, intesa come zona di second’ordine, coriacea ricoveramorti, propaggine degradata del più vasto e legittimo camposanto. Countinua a leggere »
27 Apr 2011 Nicola 0 commenti