Archivi per il mese di Maggio, 2013

minimi sistemi

Comunisti che comandano. Le analisi di Berlusconi ottime e abbondanti. Come le mie.

Ho visto una bellissima puntata di Report, dove, riguardo alla TAV, ho, una volta di più, avuto conferma della metamorfosi di cui parlavo nello scorso post del 24 maggio. Il comunista Piero Fassino, ora sindaco di Torino per conto di un partito diversamente comunista, si produceva in ogni sorta di giustificazione a favore della realizzazione della Milano-Lione, argomentando invariabilmente CONTRO tutti i punti di vista, le analisi e le posizioni che mettevano e mettono a tutt’oggi in discussione l’opportunità dell’opera. Tecnicamente, un invasato.

Ora io non so se la TAV è cosa giusta o sbagliata, non sono insensibile al fascino delle grandi infrastrutture intese come grandi opere dell’uomo che finiscono per creare dal nulla una grande utilità segnando davvero un momento di Progresso, e altresì non comprendo come un progetto pur ambizioso possa bypassare – oddio, finalmente riesco a usare questo neoverbo - il problema di sventrare una montagna tormentandola lungo infiniti sessanta chilometri. Tuttavia il comunista Fassino non aveva alcun dubbio, e con una protervia che manco gli ricordavo, liquidava il Portogallo di là, la corte dei conti francese di qua, e via sprezzando. Mai che ci fosse un’obiezione degna di essere presa in considerazione. Finiva col dare l’impressione di uno che, avendo la sua squadra (o il suo partito, o la sua corrente, o il suo gruppo di potere) preso una posizione, dovesse tenervi ostinatamente fede rinunciando a pensare con la propria testa. Naturalmente io ho una propensione a ravvisare la modalità gruppo di potere, ma questo non ridimensiona di un decimale la repulsione che provo nei confronti del collettivismo, scorgendo nel gruppo di potere una forma contratta del collettivismo, degenerazione cui ogni collettivismo mi appare inevitabilmente votato.

Sempre per portare avanti il discorso del post precedente, non diversità morale dei comunisti bensì il comunismo come sogno di potere diversamente tortuoso.

minimi sistemi

Sacralizzazioni a vanvera

Non solo anticomunista ma anche e soprattutto antiberlingueriano. Prima di tutto rigetto ogni collettivismo in quanto smaronatore del cervello mio e dell’individuo tout court, secondariamente mi domando: ma quale caspita era l’orizzonte di Berlinguer? Rompere con l’URSS in nome di quale riforma del comunismo? Ma come? Ripararsi sotto l’ombrello della NATO quando proprio il comunismo in salsa sovietica era già bello che riformato e da lunga pezza? Cosa voleva fare Enrico Berlinguer? Decomunistizzare il partito? No, non mi è chiaro. Occidentalizzare il comunismo? Normalizzarlo al capitalismo, ma solo in modica quantità? E il PSI allora che ci stava a fare? E Bettino Craxi, che stava a contar travicelli sul tetto? Ma come si fa ad essere segretari di un partito intestato “comunista” con questi propositi senza avere crisi di identità, incubi, sudorazioni notturne, sensazioni di schiacciamento del petto, paralisi ipnagogiche. Diciamo piuttosto che non sapendo che pesci prendere appetto di una creatura mostruosa già nella sua genesi (Marx ed Engels), resasi, se possibile, ancor più disgraziata e malvagia a seguito di ripetuti adattamenti storico-sociali, il buon Enrico trasse dal cilindro il coniglietto nano della diversità morale dei comunisti, non si sa come poi - magari a botte di estrogeni e anabolizzanti dell’autostima partitica - innalzatosi talmente, ’sto coniglio, da essere divenuto ‘na bbestia che pretendeva di incarnare nientemeno che la superiorità morale degli stessi comunistissi (italiani, però). Tutto si tiene, nella religione collettivista dal sottoscritto aborrita (anche se non frega niente a nessuno). La metamorfosi continua è approdata oggi al partito dell’attenzione al bene comune. Mentre io grido: attenzione al bene comune!!!! Si schifi il bene comune, lo si odi, lo si cancelli dai programmi. Basta con tutti i predicatori del bene comune, immancabilmente ambigui, cupi, anzi plumbei. Ebbene sì, il piombo è il loro elemento. Ma non mi si fraintenda, voglio dire che agli anni di piombo verranno sempre ricondotti, sono la religione del loro tempo, di ogni loro tempo. Per quanto mostrino di prenderne le distanze. Imbattibili nell’impartire la reprimenda usando verbi e pronomi sempre all’impersonale, per dare l’impressione della denuncia, quando in realtà si stanno autodenunciando. Anni di piombo, fosse per loro, per sempre. Non so voi ma io sto vivendo anni di piombo, a causa loro. Tutto ciò che essi indicano, segnalano e protestano prima come pericoli, poi come guasti, è esattamente quello che desiderano e per il quale, dietro le quinte, spasmodicamente si adoperano. Essi sono creatori ed aumentatori del male, ovvero di tutto ciò che non desideriamo per noi.

Smascherarli. E l’unico modo è affratellarsi a colui che ci ha sempre visto giusto: il divin Berlusca. Affiliamoci al centrodestra, cancelliamo la sinistra da tutto il firmamento e vediamo che pacchia!

Detto questo, le mie reiterate cognazioni d’affetti con i derelitti e gli ultimi, restano rigorosamente cazzi miei.

funghi patogeni, minimi sistemi

La politica con la p maiuscola

Domenica prossima qui a Modugno si va di nuovo al voto per eleggere il sindaco e ricostituire un consiglio comunale già commissariato.

Essendo colpito da funesta ansia di abiezione – ma sarebbe forse anche più appropriato definirla deliberata e lucidissima volontà di degrado - , devo dare libero sfogo a un mio arcano e indifendibile desiderio di rispondere, finalmente, al candidato consigliere che mi blandisce, m’arruffiana e infine chiede la mia preferenza, di rispondere, dicevo, al finale, al gran finale:

“SOINE, VABBU’, MA PE’MMAJE, NAUNE DIGGHE: PE’MMAJE CE CAUSE STAJE????”

Si prega quindi di lasciare qui, in coda a questo post, il vostro piatto di lenticchie in veste di commento, o in alternativa vostro piatto di lenticchie in veste di bonifico (non meno di tremila euro, viprego) su IBAN L 12345 12345 123456789012, intestato al celeberrimo scrittore frustrato il sottoscritto. Tranquilli che dopo voto e faccio votare. Orsù.